E poi dicono che nella fantasia si rifugia chi vuole fuggire dal mondo reale, quelle persone che non si sentono parte della Società reale e che quindi si creano un universo su misura, popolato da persone o creature più affini al loro stato emotivo. La chiamano dissociazione schizofrenica. Ebbene, io non penso di soffrirne, ma questo non cancella il fatto che stanotte ho sentito indistintamente e inequivocabilmente un Orco. Si, proprio un Orco. Non l'ho visto con i miei occhi, ma l'ho sentito, giuro. Mi ha svegliato nel cuore della notte. Un ruggito forte, tanto da far tremare i muri. Il silenzio è volanto in frantumi sotto tanto fragore. Un ruggito regolare, cadenzato, come dire... come un russare. Si, un russare. Stanotte ho sentito un Orco russare. Era dall'altra parte del muro della mia stanza da letto e probabilmente aveva atteso paziente il momento opportuno per interrompere il sonno del Giusto. C'è riuscito. Il muro tremava, non scherzo e, ora che ci penso, sembrava qualcosa di più di un Orco, almeno dell'idea che ho io di Orco. Era più un Orco Porco. Tale era la magniloguenza e l'assurdo fragore prodotto. Dopo qualche minuto, il buon Morfeo ha ribussato alla porta del Sonno, e probabilmente ha bussato molto prima che lo sentissi. Così, mi sono svegliato stamattina, prima delle 8, con il sottofondo di infernali arnesi che tagliano l'erba del vicino (che è sempre più verde e che cresce sempre molto più della propria), e con le urla dei Barbari, che salivano e scendevano le scale oltre il muro e che aprivano e chiudevano, sbattendo, le porte finestre, come novelli cucù a dimensione di persone reali. E ora eccomi qui, con il ricordo dell'incursione notturna e con la speranza che l'Orco Porco resti confinato nel suo universo di fantasia, almeno per la prossima notte.