giovedì 16 giugno 2011

Nucleus Torn

Il disco rosso del sole si specchia sul lago, il bagliore caldo del tramonto irradia tutto attorno, mentre riflessi ramati danzano sull’ondeggiante superficie.
Una foglia cade nell’acqua, preludio al prossimo autunno, e cerchi concentrici increspano il riflesso della mia immagine, prima deformandola e poi facendola sparire in un bronzeo balletto.
Ho 7 anni e la dolce stretta della mamma sulla mano mi fa girare verso di lei, anche papà si gira, sorridendo e tenendo forte l’altra mano.
Camminiamo sul verde prato che odora di buono mentre un’anitra selvatica nuota pacifica davanti ai suoi piccini, diligentemente disposti in formazione dietro di lei, creando una scia sull’acqua calma.
D’un tratto si alza il vento… forte… le foglie avvizzite si staccano dai rami e ci avvolgono in un inquietante e selvaggio turbine; le anitre agitano le ali sollevando spruzzi d’acqua che, sospinti dal vento, ci bagnano il viso.
Papà mi prende in braccio e con l’altro cinge la vita della mamma, portandoci lontano dal lago. Ho gli occhi semichiusi per il vento e la polvere ma, in un momento, guardo verso il sole; un’ombra inizia a velarlo, sgrano gli occhi e vedo nubi nere che sorgono dall’orizzonte, come ancestrali plotoni delle tenebre.
Ci avviamo verso l’auto, papà dice che tra poco arriverà il temporale ed è meglio ritornare a casa.
In un attimo è buio…

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